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STUPEFACENTI E COLTIVAZIONE LEGALE

Non e' reato la coltivazione domestica della marijuana (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 30 apr - 'Il reato di coltivazione di stupefacenti e' configurabile indipendentemente dalla quantita' di principio attivo ricavabile nell'immediatezza, essendo sufficienti la conformita' della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalita' di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente; devono pero' ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all'ambito di applicazione della norma penale, le attivita' di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell'ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore'. E' questo il principio di diritto della importante e attesa sentenza delle Sezioni unite penali, che di fatto afferma la liceita' della coltivazione domestica di cannabis purche' a uso strettamente personale, pur restando in tal caso ferma l'applicazione delle sanzioni amministrative, ovvero ritiro della patente, sospensione di porto d'armi, passaporto e permesso di soggiorno, previste per la "detenzione" della sostanza a uso personale. La vicenda concreta riguardava un trentenne condannato a un anno di reclusione e tremila euro di multa perche' in casa aveva due piantine e una riserva di circa 11 grammi di cannabis

Corte di cassazione - Sezioni unite penali - Sentenza 6 aprile 2020 n. 12348

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